martedì 29 aprile 2008

Le trappole del supermercato

Quando andiamo al supermercato non possiamo fare a meno di rimanere incantati davanti alla miriade di prodotti presenti sugli scaffali. Spesso quindi compriamo anche cose che non ci servono, spendendo più di quanto avevamo preventivato. In questo modo le nostre tasche si svuotano e quelle dei proprietari del supermercato si riempiono. Un caso? Macchè. È tutto astutamente programmato. Parola di specialisti dell’università di Pavia i quali dicono che quando entriamo in un supermercato non compriamo con la testa, ma con la pancia. Questo significa che qualcosa o qualcuno, nel bene o nel male, ci inganna; ovvero ci mette nelle condizioni di non essere più in grado di discernere correttamente ciò che abbiamo di fronte, le nostre volontà vacillano, e il nostro cervello entra in una specie di stato di trance, di norma ottenuto solo sotto ipnosi. Gli studiosi hanno visto, per esempio, che quando stiamo facendo la spesa le palpebre compiono circa 15 battiti al minuto, la metà di ciò che accade nelle altre attività. Ma come è possibile tutto ciò? Partiamo dal momento in cui mettiamo il primo piede all’interno di un supermercato. Se ci facciamo caso quasi sempre ci troviamo inondati da mille colori e profumi. Sono quelli della frutta e della verdura, a volte anche di bei mazzi di fiori. Ma non è un caso che questi prodotti si trovino proprio in questo punto del centro commerciale. I colori e i profumi emanati dai prodotti vegetali hanno infatti un effetto euforizzante sul nostro sistema nervoso. Ci mettono di buonumore. Ci predispongono quindi a vedere le cose in modo positivo, mettendoci infine nell’ottica di spendere di più, senza farsi troppi problemi. A questo punto abbiamo due chance: quella del carrello o quella del cestino. In molti optano per quest’ultima pensando di comprare meno, perché lo spazio a disposizione per gli acquisti è minore. In realtà è un’illusione. Il cestino infatti porta all’acquisto di prodotti di dimensioni più piccole che, però, nella maggior parte dei casi, sono anche i più costosi. Le offerte ‘paghi tre prendi due’? Altro inganno. In questo modo i geni del marketing inducono infatti il cliente a comprare più di quanto gli serve e a convincersi a consumare di più un certo prodotto. Avanziamo quindi lungo le corsie del supermercato convinti di muoverci liberamente; in realtà stiamo seguendo un percorso che qualcuno ha già stabilito. Ecco perchè prima dei generi di prima necessità, spesso si incontrano snack, giochi e prodotti per bimbi. Il sociologo Usa Clyde Miller non ha dubbi: qui i bambini si fanno avanti e hanno ottime chance di farsi compare qualcosa, circostanza che non avverrebbe a fine spesa quando mamma o papà hanno già speso un capitale. La nostra corsa prosegue e arriviamo ai generi di prima necessità come la pasta e il latte. E qui scatta un altro tranello. Molti prezzi infatti terminano con ‘…, 99’, suggerendoci l’idea di una clamorosa offerta. Sbagliato. In questo modo infatti finiamo, per esempio, col comprare due confezioni da 3,99 euro anziché una da 4 euro, solo perché non siamo consci del fatto che il nostro cervello è tarato per memorizzare efficacemente solo le prime cifre di un certo numero. Dunque siamo quasi alla fine della spesa e ci accorgiamo di non aver trovato sale e zucchero. Possibile? Possibilissimo. Gli esperti del supermercato sistemano infatti i cosiddetti prodotti indispensabili nei posti più imboscati, così da obbligarci a girare ancora in lungo e in largo il supermercato e riempire il carrello di cose che non ci servono. Non è una cosa da poco se si pensa che, in media, ogni minuto in più passato al supermercato frutta alle casse più di un euro. Ora però siamo davvero alla fine, abbiamo le casse davanti agli occhi, ma anche qui scatta l’ennesimo tranello. L’ultimo. Ci sono un mucchio di caramelle e cioccolatini che ci fanno gola, non possiamo resistergli e così li prendiamo senza pensarci. Ecco perché lo psicologo Brian Wansink, direttore dello statunitense Center for Nutrition Policy and Promotion, è convinto che la gente compra il 30 percento in più la merce posta in prossimità delle casse. Il gioco è dunque fatto. Lasciamo il supermercato e le nostre palpebre riprendono a battere regolarmente. C’è solo un piccolo particolare: abbiamo speso circa il doppio di quello che avevamo previsto.

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