mercoledì 29 aprile 2009

Le api muoiono e i cereali Usa non fruttificano

Gli Usa rischiano una grave crisi economica per colpa delle api. Secondo gli studiosi dell’università dell’Illinois il numero degli imenotteri sta drasticamente calando: le api sono responsabili del 90 percento delle impollinazioni che avvengono tra le colture cerealicole americane, e dunque c’è chi teme un improvviso tracollo del giro d’affari legato all’agricoltura made in Usa. I ricercatori dicono che il giro d’affari legato alle api varia annualmente tra i 10 e i 20 miliardi di dollari. Secondo le stime degli entomologi gli imenotteri hanno subito negli ultimi anni un calo del 30 percento. Il perché di ciò è imputabile a tre cause principali: l’uso dei pesticidi, gli insetti alieni e l’effetto serra. Nel primo caso il riferimento è al fatto che il costante uso di pesticidi fa sì che le api soccombano oltre il normale: i principi chimici in essi contenuti causano intossicazioni irreversibili agli insetti. Nel secondo caso il riferimento è ai cosiddetti insetti alieni: popolazioni di esapodi che – provenendo da altri paesi - si insediano negli habitat delle api e le soppiantano entrando con loro in competizione. In ultima analisi c’è anche l’effetto serra a mettere lo zampino. Qui il problema è principalmente legato al clima e alle temperature che variando repentinamente, come non è mai avvenuto in passato, alterano l’ecosistema nel quale fino a oggi le api hanno dimorato. Stando alle ricerche degli scienziati dell’Illinois la situazione è tanto drammatica che alcuni contadini quest’anno per salvare i loro raccolti hanno dovuto affittare o comprare colonie di insetti per assicurare la corretta impollinazione dei vegetali. Ma solo in Usa si sta assistendo a questo fenomeno? In realtà è un po’ così in tutte le parti del mondo, Europa compresa. Recentemente uno studio su Science ha rivelato che dal 1980 le varietà di apoidei, grande famiglia che comprende migliaia di specie di api e bombi, sono diminuite in Gran Bretagna del 52 percento e nei Paesi Bassi del 67 percento.

(Pubblicato su Libero il 15 novembre 06)

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