martedì 16 febbraio 2010

La difficile convivenza fra colleghi di lavoro

Una persona su cinque odia i propri colleghi di lavoro. E in due casi su tre si pettegola cinicamente su chi ci affianca alla scrivania. Questo il quadro che emerge da uno studio OnePoll, condotto su 2mila anglosassoni. Quasi sei milioni di lavoratori inglesi dipendenti disprezzano le persone con cui sono costretti a dividere la giornata in ufficio o in azienda. Un quarto dei lavoratori si lamenta apertamente dei propri colleghi in famiglia o con gli amici, dopo le canoniche otto ore lavorative. Gli specialisti dicono che il fenomeno riguarda tutti i paesi civilizzati. Ma perché si nutrono questi sentimenti negativi nei confronti di chi ci circonda? È un requisito dell'evoluzione. In questo modo, infatti, salvaguardiamo la nostra posizione lavorativa, presupposto fondamentale per la nostra sopravvivenza. Sono soprattutto le donne a parlare male dei colleghi. In media ogni appartenente al gentil sesso spende, infatti, venti minuti al giorno per pettegolare malignamente sul collega vicino. Due donne su cinque ammettono di inviare settimanalmente messaggini 'poco carini' a insospettati destinatari; nell'uomo accade in un caso su cinque. Le donne sono spesso gelose, e inoltre considerano frequentemente una minaccia i compagni di lavoro. Ma le persone odiate di più e su cui si va spesso giù pesante sono i dirigenti. Sarà anche per questo motivo che sempre più italiani sono vittime di ansia e stress dovuti all'ambiente lavorativo. Stando, infatti, a una ricerca presentata oggi nel corso della "XI Giornata Nazionale di informazione sulla promozione della salute nei posti di lavoro", 10milioni di persone, fra impiegati e operai, non lavorano tranquillamente: 8milioni e 706mila persone temono per la propria salute fisica, 4milioni e 58mila per quella psicologica. Più di 2milioni e 797mila italiani riconoscono nella professione che esercitano la causa del proprio precario stato di salute.

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