martedì 30 marzo 2010

L'accidia dei maschi nel mondo degli imenotteri. Spiegato il perché

Uno studio condotto sugli insetti sociali (formiche e api) ha messo in luce il motivo per cui i maschi lavorano meno delle femmine: si tratta di uno stratagemma per salvaguardare la propria incolumità e non correre il rischio di contrarre malattie. Ciò è dovuto al fatto che le femmine, rispetto ai maschi, possiedono un corredo genetico diploide (derivando da uova fecondate), una notevole variabilità genetica e quindi una migliore capacità di resistere alle malattie; i maschi, invece, hanno un corredo aploide (perché si originano da uova non fecondate), meno variabile e di conseguenza più debole e più suscettibile agli agenti patogeni. La ricerca, in pratica, spiega che i maschi nel corso dell’evoluzione sono diventati dei “fannulloni”, perché questa è la sola possibilità che hanno di portare a compimento l’unico compito della loro vita: fecondare le femmine. Se così non fosse correrebbero il rischio di ammalarsi e di morire prima del tempo portando la specie all'estinzione. Lo stratagemma è sicuramente ben riuscito se si pensa che nel mondo esistono circa 10mila specie di formiche e 500 specie di api. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Washington e dell’Università dell’Illinois di Urbana–Champaign e pubblicato sulle pagine della rivista “Proceedings of the Royal Society: Biological Sciences”.

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