lunedì 21 febbraio 2011

Lo scioglimento del permafrost influenza l'effetto serra

La quantità di carbonio che verrà liberata dal permafrost da qui al 2200
A causa dell'effetto serra si ha un costante scioglimento del permafrost, strato di ghiaccio che riveste il terreno alle alte latitudini, a sua volta responsabile di emissioni di anidride carbonica e metano. I dati, però, fin qui accumulati, sottostimerebbero il problema. Secondo i ricercatori del National Snow and Ice Data Center (NDSIC), in Colorado, entro il 2200 il permafrost perderà almeno due terzi della sua superficie, rilasciando nell'aria circa 190 miliardi di tonnellate di carbonio. Con ciò andrebbero rivisti i protocolli per la riduzione delle emissioni di CO2. Kevin Schaefer, a capo della ricerca, dice che alla base del fenomeno c'è il ritorno alla luce di quantità enormi di materiale organico immagazzinate da millenni (almeno 12mila anni): piante e animali del passato che, in seguito alla fermentazione e alla putrefazione, rilascerebbero nell'aria ingenti quantità di CO2. Risultati simili sono stati ottenuti anche dai ricercatori dell'Università della Florida. Ma non tutti convergono a queste conclusioni. Ci sono anche molti esperti convinti del fatto che la natura sarà in grado di autoregolarsi. In pratica la sovrabbondanza di carbonio nell'aria sarà compensata da una grande proliferazione vegetale, tale da riassorbire gran parte della CO2 dispersa nell'atmosfera. Ai posteri l'ardua sentenza.

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