domenica 13 marzo 2011

Il semicoma? Si risolve introducendo due elettrodi nel cervello

New York - Presbyterian/Weill Cornell
Un paio di elettrodi inseriti nel cervello promettono di restituire la vita a chi da anni vive in uno stato di semicoma. È quanto emerge dallo studio affrontato da ricercatori del NewYork-Presbyterian/Weill Cornell, del JFK Johnson Rehabilitation Institute di Edison e della Cleveland Clinic Foundation. Sei anni fa un cittadino americano di 38 anni stava tranquillamente passeggiando per la sua città, quando all’improvviso dei malviventi lo hanno aggredito. L’uomo è crollato a terra privo di sensi. Trasportato d’urgenza all’ospedale, i medici hanno constatato che le sue funzioni cerebrali non erano del tutto compromesse, tuttavia la vittima dell’aggressione non era più in grado né di muoversi, né di parlare. Riusciva soltanto a muovere leggermente un pollice. In queste condizioni, dicono i ricercatori, ci sono almeno 200mila americani. La proposta degli studiosi statunitensi è, dunque, quella di intervenire su questo tipo di pazienti, applicando loro due elettrodi in un'area precisa del cervello, il talamo. Quest’ultima è legata alle fasi di risveglio e alle emozioni. I due elettrodi sono collegati a un pacemaker posizionato all’altezza della spalla, un punto anatomico che “non disturba”. In pratica gli impulsi elettrici si muovono dal pacemaker e raggiungono il cervello dove, stimolando i neuroni del talamo, restituiscono le capacità di muoversi e parlare a chi le ha perse. Del caso specifico del 38enne seguito dagli studiosi americani se ne è parlato nel corso del meeting annuale della Society for Neuroscience ad Atlanta. L’uomo ha ripreso a parlare normalmente, a nutrirsi da solo, a riconoscere il significato delle persone e delle cose. La conclusione è che nei gravi traumi cranici spesso si ha un’interruzione completa delle connessioni nervose, che tuttavia possono tornare a funzionare se opportunamente stimolate.

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