lunedì 27 agosto 2012

Chinese boom


Brambilla, Cattaneo, Colombo. Sono fra i cognomi che rappresentano al meglio l'onomastica meneghina. In realtà, questo è quel che accadeva fino a ieri; perché da oggi uno studio demografico rivela un dato inaspettato: nei primi dieci posti degli appellativi milanesi più diffusi, ben tre sono di origine cinese. Le statistiche evidenziano, infatti, che subito dopo i Rossi, ci sono gli Hu; dopo i Villa (al settimo posto) ci sono i Chen e dopo i Brambilla (al nono posto) gli Zhou. Più in là scorrono, quindi, gli altri cognomi tipicamente milanesi, come Sala, Mariani, Perego e Pozzi, ormai declassati dallo strapotere dei cognomi cinesi. Il fenomeno, in realtà, non è nuovissimo, tant'è vero che che nel 2001, più di dieci anni fa, gli Hu avevano già bagnato il naso ai Brambilla. Certo, a quei tempi, i cinesi in città erano circa 22mila: oggi, invece, il loro numero è triplicato, consentendo un incremento esponenziale degli appellativi made in China. Nei primi cento nomi più diffusi a Milano, dodici sono, cinesi; molti altri quelli di origine araba come Mohamed, Ahmed e Ibrahim. Un fatto che si sta verificando anche in altre parti d'Italia, come a Prato, in Toscana, dove i Chen hanno superato i comunissimi Gori, storico cognome della zona. I numeri dicono che su 188mila abitanti della cittadina del centro Italia, 30mila sono cinesi e, in particolare, 1100 i Chen. Nella classifica dei primi cinque cognomi più diffusi in tutta Prato, quattro fanno capo a Pechino. Ma c'è una spiegazione a questa abbondanza di cognomi cinesi, dovuta al fatto che gran parte della popolazione dell'impero del Dragone è rappresentata da una sparuto numero di nominativi, tale per cui - rispetto per esempio a un paese come l'Italia - i casi di omonimia risultano essere straordinariamente numerosi. «Quando si tratta di cognomi, i cinesi sono unici», dice Jaiwei Chen, della Beijing Normal University. «Ci sono, infatti, 1,28 miliardi di persone, per un totale di 7.327 cognomi; e la curiosità sta nel fatto che l'85% della popolazione è caratterizzata da appena cento cognomi. Con ciò è possibile prevedere che i cognomi cinesi “contengano” molte più informazioni culturali e genetiche rispetto ad altre realtà geografiche». È, infatti, questo il frutto di uno studio compiuto dagli esperti della Beijing Normal University e dell'Accademia Cinese delle Scienze: risalire ai principali raggruppamenti genetici, nonché indagare aspetti di natura antropologica e sociale. Va tenuto presente che, in Cina (come in Italia, del resto), i cognomi vengono ereditati per via paterna, perciò possono essere considerati veri e propri marker per i geni del cromosoma Y, esclusivamente legato al sesso maschile; anche se, la parola “cognome”, in cinese, si pronuncia “xing”, che deriva dalla fusione dei termini “nu” e “sheng”, indicanti rispettivamente “donna” e “nascere”. «Lo studio della distribuzione di un cognome può aiutarci non solo a comprendere le caratteristiche genetiche del popolo cinese, ma anche a usufruire di un archivio storico del comportamento sociale dei principali nuclei abitativi; inoltre ci permette di fare luce sulle principali ondate migratorie avvenute nel corso dei secoli e dei millenni». La Cina ha una storia dei cognomi vecchia di almeno 4mila anni. 97 dei cento cognomi più diffusi sono nati nel 722 a.C.; un'altra cospicua parte risale al periodo dei Regni Combattenti (476 a.C). Le stime della diffusione dei cognomi vengono, invece, effettuate più tardi, con la dinastia Song (risalente al 1000 d.C.), la dinastia Ming e la Qing. Oggi si può dunque affermare che, benché i cognomi cinesi possano essere monosillabici o bisillabici, si ha una netta prevalenza dei monosillabici; anche se molti di essi sono scomparsi. Nel mondo il cognome cinese più diffuso è Li. A seguire ci sono Zhang, Wang, Lin, Chen, Yang, Zhao, Huang, Zhou, Wu, Xu... Dallo studio pubblicato dagli scienziati della Beijing Normal University emerge che un tempo la Cina era abitata soprattutto nelle zone delle pianure centrali; in seguito sono iniziate le migrazioni per individuare aree più ricche di materie prime. Il più alto livello di diversità è oggi collocabile presso il bacino del fiume Yangtze, fra le mete preferite dai primi spostamenti di massa. È inoltre emerso che la distanza genetica fra le tre province nord orientali della Cina e la provincia orientale di Shandong è molto piccola, nonostante la notevole distanza geografica che separa i due poli. Il fenomeno risponde a una storica migrazione verso le aree densamente meno abitate, che ha coinvolto più di 20 milioni di persone.

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